Amedeo Pesce

"Per essere un uomo, nella vita, devi fare

almeno tre cose: piantare un albero, scavare

un pozzo e mettere al mondo un figlio."



Biografia


Amedeo Pesce nacque a Casalbuono (Salerno) il 26 gennaio 1931 e trascorse la sua infanzia a Rivello, un paesino in provincia di Potenza.

Lì, prima ancora di aver compiuto i 5 anni, poté imparare la bellezza e l’importanza dell’onestà e del lavoro. Quei giorni passarono sotto carichi di legna, sempre scalzo a salire e scendere da una montagna, il monte Coccovello, e ritornare sulla collina alla quale il paese s’aggrappava e si aggrappa tutt’oggi. Amedeo Pesce conobbe e praticò una infinità di lavori e, con la sua famiglia, rischiò più volte di morire di fatica e di fame. Concetti oggi difficilmente comprensibili.

Non aveva che quattordici anni quando, il 13 dicembre 1945, venne a Battipaglia a cercarvi non fortuna, ma un degno sfogò per la sua buona volontà. L’impegno irrefrenabile, la voglia di fare – che lo stringevano anche venti ore al giorno – la speranza e l’affetto sconfinato per sua madre Maria Padovan gli spianarono la strada per il meritato successo che presto gli arrise. Il ragazzo che dieci anni prima era costretto a camminare a piedi nudi nella neve, ad appena 21 anni era già chiamato “padrone”, aveva degli operai suoi, e palazzi in costruzione.

Successivamente venne l’attività agricola con l’acquisto e lo sviluppo di diverse aziende agricole che lo portarono in breve ad essere uno dei più grandi e rispettati proprietari terrieri della fertilissima Piana del Sele.

I figli Amedeo e Nicola, nati dal secondo matrimonio – quello con Caterina Donadio – in seguito alla sua improvvisa dipartita, avvenuta il 13 marzo 2005 – raccolgono in braccio i suoi stessi sogni e si apprestano a proseguirne l’opera, ricordando con affetto e devozione tutti i suoi discorsi, quando – in lunghe serate davanti ad una bottiglia di buon vino e nel corso di autunnali passeggiate, con le mani unite dietro la schiena, tra i filari di kiwi della sua azienda ed in mezzo ai grandi alberi dell’esteso parco di famiglia – Amedeo Pesce insegnava loro quando un uomo può ritenersi tale: se ha scavato un pozzo, se ha piantato un albero e dato alla luce un figlio. E ripeteva che si deve professare sempre il bene e conoscere il perdono; aiutare chi ne ha bisogno e lo meriti; e soprattutto lavorare, creare, plasmare concretamente i propri sogni e inclinazioni su questa terra, amando la vita.

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